Il romanzo breve Tra donne sole di Cesare Pavese, scritto nel 1949, fu pubblicato nel volume La bella Estate che comprende anche altri due romanzi brevi, La bella estate e Il diavolo sulle colline. Racconta di Clelia, una giovane donna torinese che, dopo venti anni, ritorna nella sua città natale per impiantare un negozio di moda. Una donna lavoratrice, autosufficiente, che si è fatta da sè. Un personaggio molto ben descritto da Pavese in cui lui stesso si identifica. Un modo di vedere la donna molto anticonformista per l'epoca in cui fu pubblicato il romanzo e che scioccò gran parte del pubblico.
Infatti, Clelia e le altre donne protagoniste del libro si comportano spesso come gli uomini si comportano in genere con le donne. Sono tutte appartenenti all'alta borghesia torinese, eccezione fatta per Clelia che, venendo dal basso, è entrata di recente a farne parte. E questo ambiente viene descritto dall'autore in maniera molto dettagliata e precisa, mentre la città di Torino e i suoi dintorni fanno da sfondo a tutto il romanzo. La solitudine, la noia, il cinismo, la tristezza sono i sentimenti che regnano sovrani tra quasi tutti i personaggi del libro. La Bella estate ricevette il premio Strega nel 1950, nella motivazione fu anche riconosciuta la qualità innovativa dello stile della narrazione di Cesare Pavese. In realtà, il testo di Tra donne sole non è di facile lettura perché la narrazione in prima persona del personaggio Clelia, procede attraverso dialoghi riportati in discorso diretto tra i vari personaggi e a momenti presenti si alternano riferimenti al passato. Per questo richiede un'attenta concentrazione del lettore. La lingua è un misto di italiano colto e italiano colloquiale con qualche vocabolo ripreso anche dal dialetto regionale.
Michelangelo Antonioni nel 1955 realizzò il film Le amiche, liberamente tratto da questo romanzo. Con il suo bellissimo film Antonioni, secondo Italo Calvino, aveva colto lo spirito del romanzo di Cesare Pavese, leggendo tra le righe quello che lui non aveva espresso. Ma lo scopo di Antonioni non era essere fedele al libro, il cinema non si può paragonare alla letteratura. Il regista ne fa un'opera sua personale ispirandosi solo in parte al libro. Infatti, alcuni dei personaggi vengono eliminati, altri vengono aggiunti e il duro personaggio pavesano di Clelia viene molto addolcito. Infine, Antonioni vede il mondo degli artisti in maniera molto più positiva di quanto l'aveva visto Cesare Pavese. Evidentemente, la narrazione viene abbordata da un punto di vista ben diverso.
Nessun commento:
Posta un commento